Le elezioni del 4 marzo 2018

Il 4 marzo 2018 gli elettori lombardi potranno esprimere attraverso il voto le loro scelte, eleggendo le persone che governeranno la nostra Regione. Contestualmente esprimeranno le loro scelte a livello nazionale, con le Elezioni Politiche Nazionali.
Questa doppia opzione è però governata da diversi leggi e produce diverse possibilità nella scelta degli elettori e che potranno influenzare in modo diverso il risultato elettorale.

In riferimento alle Elezioni regionali 2018

Le regole elettorali per l'elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Lombardia sono stabilite dalla legge regionale n. 17/2012 come modificata dalla legge regionale n. 38/2017.
Il Consiglio e il Presidente sono eletti, a suffragio universale e diretto, contestualmente su un'unica scheda. 

Inoltre, in base alla l. r. 38/2017, che ha modificato la l. r. 17/2012, l’elettore ha a disposizione fino a due voti di preferenza, da esprimere nell'apposito spazio accanto alla lista prescelta.
Nel caso di espressione di due preferenze, esse devono riguardare candidati di sesso diverso della medesima lista.
In caso contrario, la seconda preferenza è annullata.

In corsa, appoggiato da sette liste, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori: Lista Gori, Pd, Obiettivo Lombardia per Gori, Insieme, Lombardia Progressista, +Europa e Civica Popolare. Per la Lista Gori a Milano è capolista Giovanni Battista Armelloni, ex presidente delle Acli lombarde, tra gli altri candidati nel capoluogo lombardo, anche Stefano Apuzzo assessore alle Politiche ambientali e alla Protezione civile del Comune di Rozzano.

In riferimento alle Elezioni politiche Nazionali 2018

Per la prima volta dopo più di dieci anni si useranno una nuova legge elettorale, una nuova scheda e un nuovo metodo per votare.Il nuovo sistema elettorale – definito “Rosatellum” – ha introdotto un sistema misto, proporzionale e maggioritario, e prevede che il Parlamento venga eletto in due modi diversi ma collegati: un modo viene chiamato “uninominale” e un modo viene chiamato “proporzionale”.

Uninominale vuol dire che in ogni collegio le coalizioni o i partiti candidano una sola persona, e chi prende più voti tra le persone candidate ottiene un seggio.
Proporzionale vuol dire che più seggi in un collegio vengono invece divisi in modo proporzionale ai voti presi dalle coalizioni o dai partiti. Circa un terzo dei seggi tra Camera e Senato sarà eletto in confronti diretti nei collegi uninominali, e i restanti due terzi saranno eletti con sistema proporzionale.

In breve

Si riceve una sola scheda per la Camera e una sola scheda per il Senato.
Si può votare facendo un solo segno, oppure due, basta che entrambi i segni siano fatti nell’area della scheda che spetta a un’unica coalizione.
È possibile votare un candidato all’uninominale e, con un secondo segno, scegliere una delle liste che lo appoggiano.
Si può scegliere anche solo il candidato all’uninominale o solo una delle liste, ma il voto sarà comunque “trascinato” rispettivamente anche sulle liste o sul candidato.
Non si può votare una lista diversa da quelle che appoggiano il candidato che abbiamo scelto.
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